Eberhard & Co cronografo

 2.300,00

Cronografo Eberhard,con pesante cassa in acciaio . Movimento a carica manuale,con funzioni di cronografo,calendario completo:giorno,mese,data. 3 contatori,cin funzione di contaminuti,contaore,24 ore. Piccoli secondi,sempre marcianti,a ore 9
Fibbia originale Eberhard. L’orologio è originale in tutte le sue parti ed è perfettamente funzionante. diametro 38mm l’orologio viene venduto con scatola e garanzia

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Descrizione

 

Fondata nel 1887 da Georges-Lucien Eberhard, un artigiano dell’orologeria di 22 anni nato a Saint-Imier nel 1865, l’azienda inaugura il primo stabilimento nel 1907 in via Léopold Robert sempre a La Chaux-de-Fonds. Nel 1919 lancia il suo primo cronografo monopulsante da polso[1].

Negli anni trenta, con alla guida il figlio, Maurice Eberhard, amante dell’Italia al punto da andare a Napoli per comprarsi le camicie,[2] produce nuovi cronografi automatici, scelti come segno distintivo per gli ufficiali della Regia Marina Militare del Regno d’Italia. In questo stesso periodo un cronografo da taschino della Maison era stato scelto da Tazio Nuvolari durante le sue prodezze automobilistiche: il rapporto tra il “mantovano volante” e la Maison di La Chaux-de-Fonds verrà ripreso a inizio anni ’90 con la realizzazione di una linea di orologi dedicata proprio al pilota lombardo.

Eberhard da tasca, fine anni ’20 – primi anni ’30

Nel 1935 viene lanciato sul mercato un crono a due pulsanti, chiamato 16000 (o 1600) basato sul Valjoux 65, molto ben rifinito, di dimensioni generose in quanto con un diametro di 36 millimetri[3]. Contestualmente vengono realizzati anche cronografi con complicazione flyback. L’interesse verso la cronografia spinse la Casa a proporre, entro la fine del decennio, anche il crono “tri-compax” (con tre sotto contatori) e un rattrapante, in grado di cronometrare due eventi iniziati nello stesso istante, ma di differente durata.

La serie di cronografi Extra Fort è introdotta negli anni quaranta[1]. Il nome serviva a far capire che la cassa in oro era più robusta dei suoi predecessori, la cui maggior sottigliezza della cassa ne causava flessioni. Peculiarità dell’Extra Fort era poi la sua configurazione a due pulsanti, con il pulsante a ore 2 che si occupava delle funzioni di start, stop e reset, mentre il pulsante a ore 4 era “a slitta”: slittando verso l’alto faceva interrompere il movimento della sfera dei secondi cronografici. Nei primi anni Cinquanta viene introdotto anche un nuovo calibro cronografico, il 14000, da 34 millimetri di diametro. In questo decennio

il modello solo tempo da polso più diffuso era l’Eberhard mod 30, chiamato così perché riporta la cifra 30 a fianco del marchio. Si tratta di un orologio con piccoli secondi a ore sei, e la maggior parte dei modelli prodotti sono placcati in oro e il movimento a carica manuale adottato era l’Eberhard 137, derivato da meccaniche Zenith.

Nel 1957 viene presentato il Contodat, primo cronografo al mondo con datario visibile in una sola finestra: erano già stati lanciati vari cronografi di altre marche con gran data, con datario periferico o con subdial, mentre nessuno aveva mai realizzato un crono con datario digitale in un’unica finestra. Questo segnatempo monta il calibro 310/82, figlio di uno dei più belli di sempre, il 310/8, realizzato per Eberhard da Depraz, e già montato sugli Extra Fort coevi. Sulla fine del decennio, la casa presenta anche il suo primo subacqueo, lo Scafograf, inizialmente impermeabile a 100 metri, con indici al 3, 6, 9 e 12 triangolari, rilanciato in versione “heritage” nel 2021, e chiamata per l’appunto “Scafograf 1959”, impermeabile a 300 metri.