Descrizione
Storia dell’Omega Speedmaster
La Storia dell’Omega Speedmaster comincia nel 1957 ad opera di Claude Ballot.
Nasce la prima versione dello Speedmaster.Questo modello è stato commercializzato con la referenza CK 2915 e non riportava ancora sul quadrante la scritta “Professional”.
Il cronografo, con diametro della cassa di 39 mm, si caratterizzava per il quadrante nero con indicazione cronografica ad 1/5 di secondo e quadrantini dei minuti, ore e secondi continui in bianco.
Il movimento a carica manuale utilizzato è l’ evoluzione del cal. “27CHRO C12”, meglio conosciuto come calibro Omega 321.Il significato della sigla originaria si può analizzare nel seguente modo: il “27” sta per 27 mm, ovvero il diametro; “CHRO” indica la funzione cronografica, mentre “C12” indica che l’orologio ha un contatore crono a 12 ore.
Nel 1959 questo modello subì una sensibile modifica, tanto che fu adottata una nuova referenza: la “CK 2998”.
Il diametro della cassa diventa 40 mm, vengono adottati degli o-ring ai pulsanti cronografici, mentre le sfere tipo “broad arrow” vengono sostituite da sfere di forma “dauphine”.
Si trattava del modello oggetto dei primi test effettuati dalla Nasa.Undici prove ufficiali
• 1 Caldo
Quarantott’ore ad una temperatura di 71°C, poi 30 minuti a 93°C. Durante questo test gli orologi sono sottoposti ad un’umidità atmosferica non superiore al 15% ad un vuoto parziale di 5,5 Psia (Pound per square inch, pari a 0,35 atmosfere)
• 2 Freddo
Quattro ore ad una temperatura di -18°C.
• 3 Vuoto
Gli orologi sottoposti ad una pressione di 1,47×10-5 Psia (10-6 atmosfere), sono portati ad una temperatura di 71°C. per durata di 45 minuti, poi vengono esposti per altri 45 minuti alla temperatura di -18°C, quindi nuovamente riportati a 71°C. per ulteriori 45 minuti. Questa procedura viene ripetuta complessivamente 15 volte.
• 4 Umidità
Duecentoquaranta ore complessive a temperature che oscillano da 20°C a 71°C, con un umidità del 95% almeno. Il vapore acqueo deve avere un pH compreso tra 6,5 e 7,5.
• 5 Atmosfera satura d’ossigeno
Quarantotto ore ad una temperatura di 71°C e ad una pressione di 5,5 Psia (0,35 atmosfere) in ossigeno puro. La formazione di gas tossici, lo sprigionamento di odori acri o il danneggiamento dei giunti indicano che il test è fallito.
• 6 Prova d’urto
Sei urti di 40g (ossia 40 volte la gravitazione), della durata di 11 millisecondi ciascuno, da 6 angolazioni diverse.
• 7 Accelerazione
Accelerazione lineare da 1 a 7,25g i 333 secondi. Poi accelerazione costante di 16g per la durata di 30 secondi in linea verticale e 30 secondi in linea laterale.
• 8 Decompressione
Pressione di 1,47 x 10-5 Psia (10-6 atmosfere) per 90 minuti a una temperatura di 71°C, e per 30 minuti a 93°C.
• 9 Sovrapressione
Pressione di 23,5 Psia (1,6 atmosfere) per la durata di un ora.
• 10 Vibrazioni
Tre prove di 30 minuti ciascuna (laterale, orizzontale, verticale). La frequenza di oscillazione varia da 5 a 2000 Hertz, l’accelerazione media per impulso non deve essere inferiore a 8,8g.
• 11 Rumore
Centotrenta decibel in un ambito di frequenza posto tra 40 e 10.000 Hertz per la durata di 30 minuti.I risultati
La Storia dell’Omega Speedmaster diventa leggenda superando tutti i test indenne e per giunta dimostrando una precisione sbalorditiva, tanto che ne vennero acquistati altri due per vedere se si comportassero altrettanto bene.
Laconicamente i tecnici della NASA scrissero nel rapporto: “Si è proceduto a prove di funzionamento e ambientazione spaziale su tre cronografi Omega che, visti i risultati conseguiti, sono stati omologati e consegnati ai tre membri dell’equipaggio GT-3″”.
Si trattava degli astronauti Grissom e Young, decollati il 23 marzo 1965. Lo Speedmaster si comportò benissimo, come pure i due astronauti.